Sessa Aurunca, le nuove porte, 2007
con Carmine Maisto

Sessa Aurunca si allunga in rettilineo da sud a nord - “si offre allo sguardo in tutta la sua lunghezza” (Goethe) -, da Porta Cappuccini, attraverso le mura medioevali, lungo corso Lucilio, l’antico rettilineo in salita che attraversa tutto l’abitato, si incontrano in successione il borgo inferiore, il borgo superiore, i quartieri di espansione a nord-est del castello,  parti storicamente separate ma continue, che costituiscono una sequenza spazio-temporale che contiene ogni ipotesi di progetto.  

La morfologia del sito ha reso impossibile lo sviluppo di una circumvallazione sui due versanti; mentre quello orientale, per la saldatura col paesaggio, la campagna e le balze,  ha conservato il suo isolamento, solo quello occidentale si è giustamente trasformato nell’ unica strada che a mezza costa segue le mura. Anche questa netta separazione tra i due fronti urbani si rivela proficua per il progetto, naturalmente se se ne asseconda la natura: da un lato, completando la rete di percorsi pedonali e di ingressi,  la presenza di uno straordinario “parco agricolo-urbano”, dall’altro le aree di servizio della infrastruttura moderna, oggi esaltata dalla presenza, a valle, dell’area archeologica.
Il collegamento con gli insediamenti conventuali e residenziali esterni, con i casali e con la campagna avveniva attraverso sei porte aperte nelle mura: eccola dunque la trama delle aree di sosta, degli accessi e delle uscite, se non si fossero sovrapposti interventi di trasformazione non sempre coerenti col quadro logico della struttura urbana antica. Troppo ampio il varco davanti al convento di S. Giovanni a Villa, dove il giardino pubblico, che ha sostituito il recinto murario e l’omonima porta, ha creato una continuità con la strada che distrae l’osservatore in un punto chiave della struttura urbana, alla saldatura tra i due borghi e sulla traccia della città antica.All’esterno,  il convento e la chiesa sono la cerniera oggi tra l’area archeologica e l’area di servizio a parcheggio, funzioni che vanno ovviamente collegate ma anche separate sottolineando i singoli recinti (ma del parcheggio, servito da un devastante tornante, va ridotto l’impatto e connesso con un sottopasso anche col varco d’ingresso detto la “portella”).  Anche il varco d’ingresso sotto il castello avrebbe bisogno di un intervento che lo giustifichi meglio, magari una piazzetta alla stessa  quota, sottoposta a piazza Mercato - un “inserto” nell’antico largo -, in modo da radicarlo con un segno dedotto dalla morfologia delle cortine incise. Dove registriamo la saldatuta del quartiere del Mercato con l’espansione recente e le nuove funzioni – ospedale e scuole -, è fatale la perdita dell’orientamento. Una rotatoria, rintracciata all’interno del comparto, che isola la torre di S. Biagio, la torre angioina oggi pressata da una edilizia anche invadente,  può essere il segnale che manca, la nuova “porta”, per ritrovare l’ingresso al centro storico  lungo l’insula dell’ospedale della Annunziata – questa certamente  da ricostruire,  magari spostandovi il complesso scolastico che ha invaso il profilo del paesaggio a valle della chiesa.
Ripercorrendo in discesa   l’intero corso – pedonalizzato – per uscire da Porta Cappuccini, attraversiamo il borgo inferiore completamente occupato dall’edilizia conventuale. Come per una zonizzazione esplicita, i conventi si sono aggiunti dunque a ridosso dell’abitato, sempre allineati sul corso, accostamento che, nella continuità urbana, accentua  una separazione funzionale che il progetto, anche questa volta, non può che assecondare (per cui non bisognerebbe proporre un auditorio all’Annunziata, tra le mura del vecchio ospedale, sul versante opposto): un centro congressi, ad esempio, perfettamente strutturato e autonomo, collegato attraverso la porta alle aree di servizio e di parcheggio esterne -  da ricavare sull’area del campo sportivo a ridosso del convento di S. Maria Regina Coeli, recuperato come struttura d’ accoglienza.(1))

(1) Lo studio è il risultato del seminario di progettazione svolto per il Master in rappresentazione del territorio e gestione del patrimonio immobiliare e ambientale, Sessa Aurunca, 2006-07