Alloggi per anziani a Sant’Agata Bolognese, 1979

 

 

con Roberto Fregna

Piccolo centro coinvolto nella serie di trasformazioni tipiche dell’evoluzione agricolo-industriale, Sant’Agata Bolognese è stato  uno dei comuni emiliani che tra i primi si è  dotato di un Piano di conservazione del centro storico e attuato alcuni interventi di recupero previsti dalla Legge 457.  D’iniziativa del Comune e finanziata con il Piano Decennale della Casa, la ristrutturazione di un piccolo edificio affacciato sulla piazza del Duomo, già usato come magazzino,  ha consentito di realizzare nove alloggi di diversa  dimensione (dal monolocale con servizi di 25 mq all’appartamento di tre vani di 45 mq) destinati a famiglie di anziani.
L’edificio originario, caratterizzato esclusivamente dalla simmetria del fronte, mancava di un impianto distributivo compiuto; solo l’opportuna adozione di elementi della tipologia storica ha consentito l’utilizzazione intensiva del lotto e una più precisa e netta caratterizzazione residenziale.
Il piccolo cortile, infatti,  viene qui riproposto nell’articolazione scala-loggia-cortile, già tipica del lotto gotico; così dalla stessa tipologia è ripreso il percorso della loggia che dalla strada raggiunge il fronte interno e utilizza come spazio aggiunto la piccola corte.
Restauro, ripristino tipologico, oppure falso storico, secondo i termini di una polemica continuamente riaccesa (all’inizio del secolo già il Rubbiani insegnava) dopo l’esempio dell’esperienza bolognese, in realtà se è vero che in questi piccoli contesti diventa in fondo la sola strada da percorrere, è anche vero che manipolare gli elementi dell’analisi storica e tipologica riporta fatalmente al progetto.